Saperi e sapori
Grazie ad un nuovo finanziamento dell’Otto per Mille della Chiesa Battista, da settembre 2022 è iniziato il progetto “Saperi e sapori: sostegno al gruppo di donne di auto produzione naturale a San Francisco Echeverría, in El Salvador”
CONTESTO
El Salvador (ES) è il paese più piccolo dell’America Centrale e anche il più densamente popolato, con una popolazione che supera ormai i 6 milioni di abitanti. Il paese ha sofferto 12 anni di guerra civile e tuttora attraversa una difficile fase. Il governo attuale di Bukele sta assumendo caratteristiche sempre più dittatoriali, attaccando i mezzi di informazione poco compiacenti alle sue politiche, ridimensionando il potere giudiziario, danneggiando gli strati più poveri della popolazione anche con l'introduzione del Bitcoin. Analizzando la situazione da un punto di vista di genere, la vita quotidiana per le donne è più insicura: i femminicidi sono stati nel 2020 73, nel 2021, fino a novembre, 124; 485 sono state le violenze sessuali nei confronti delle donne nello stesso periodo Sempre nel 2021 sono scomparse 900 persone, contro le 682 dell'anno precedente.
La pandemia ha colpito anche El Salvador: al 27 gennaio 2022 si contabilizzano 125.000 contagiati di COVID e 3866 morti. 1 milione di salvadoregni hanno già ricevuto la terza dose, quattro volte tanto la seconda. La pandemia ha avuto ripercussioni anche da un punto di vista
economico: l'aumento dei prezzi dei beni e dei servizi è arrivato a dicembre 2021 al 6%.,con un costo della vita diventato il più alto degli ultimi 20 anni, da quando l'economia è stata dollarizzata e gli analisti prevedono un ulteriore incremento dell’inflazione.
La popolazione femminile economicamente attiva è soltanto il 41% del totale, il tasso di disoccupazione femminile è del 7%, contro il 5% maschile, la breccia salariale è sfavorevole alle donne, che ricevono mediamente il 18% in meno degli uomini. Nel campo dell'agricoltura, secondo l'ultimo censimento che risale al 2010, la percentuale di donne proprietarie di terre nell'area rurale è appena del 15% , e non si presume che nel corso dell'ultimo decennio il valore sia variato di molto.
In questo contesto si colloca la comunità rurale di San Francisco Echeverría, SFE, frazione
del comune di Tejutepeque, provincia di Cabañas. La maggioranza della popolazione ha sofferto sulla propria pelle la guerra civile negli anni 1980 – 1992: nel 1984 l’esercito ha compiuto un massacro a SFE, 70 sono state le vittime. Alcuni mesi prima degli Accordi di pace, nel 1992, alcune delle famiglie originarie, scappate dopo il massacro, decisero di ripopolare nuovamente la comunità. Grazie all’esperienza maturata negli anni della guerra, si decise di organizzarsi comunitariamente, eleggendo ogni due anni una Giunta Direttiva, GD, che gestisce volontariamente la vita comunitaria. Questa GD esiste tutt’oggi, ovviamente con un almeno parziale ricambio generazionale. Ricercando soluzioni ai problemi relativi al campo dell’educazione e della salute innanzitutto, la comunità di SFE ha potuto usufruire inizialmente dell'appoggio della Cooperativa Il Ponte di Giaveno (Torino) e successivamente, dal 2005 dell'associazione Lisangà culture in movimento odv, che nel corso degli anni, grazie anche a dei
progetti sostenuti dall’OPM della Tavola Valdese ed ora anche della Chiesa Battista, ha contributo a miglioramenti nel campo sanitario, educativo, sociale e dell’imprenditoria giovanile, con un’attenzione particolare alle donne. Grazie al lavoro congiunto tra Lisangà e le Giunte direttive, via via succedutesi nella conduzione della vita comunitaria, si sono ottenuti dei risultati tangibili, come la costruzione della Casa di Salud, e l’implementazione della Biblioteca come luogo di cultura, di incontro e di accesso a internet. Ciò ha anche permesso che la comunità continui ad essere un luogo libero dalla violenza giovanile. Per mantenere questo stato di sicurezza, consolidare i principi di solidarietà ed aiuto mutuo, è necessario continuare a lavorare in sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Lisangà ha appoggiato la nascita della nuova associazione Asociación de Intercambio para el Desarrollo San Francisco Echeverria – Lisangà, AIDSEL, costituitasi nel gennaio 2022, come nuovo interlocutore locale nell’individuazione di necessità e nella ricerca di soluzioni.
Destinatari del progetto
I beneficiari diretti sono le 10 donne del gruppo, con le loro famiglie. Indirettamente, la comunità intera di SFE
OBIETTIVI DEL PROGETTO
Le finalità a lungo termine sono:
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Contribuire al empoderamiento (empowerment) delle donne in El Salvador e più specificatamente a San Francisco Echeverría, SFE
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Rafforzare i gruppi di donne di SFE, capaci di condurre in autonomia attività lavorative nel campo della medicina naturale e di prodotti alimentari biologici.
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Imparare a valorizzare le risorse a disposizione di ciascuna famiglia e, a livello comunitario, prendendosi cura della propria salutare e migliorare nello stesso tempo l’economia familiare
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Creare in futuro forme di autogestione collettiva di un terreno per la coltivazione di piante medicinali.
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Favorire comportamenti rispettosi dell’ambiente, nell’ottica di un’economia solidale
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Favorire la circolarità delle conoscenze e dei risultati ottenuti nel campo dell’agricoltura biologica
Le finalità a breve termine sono:
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Rendere più solido l’attuale gruppo di donne di autoproducción natural (GAN), favorendo la creazione di altri gruppi simili a SFE
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Ampliare la produzione attuale, introducendo nuovi macchinari.
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Conoscere più nel dettaglio le proprietà delle piante medicinali e aromatiche, per farne una reale alternativa alla medicina tradizionale
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Migliorare il packaging e la comunicazione esterna del gruppo, acquisendo maggiore autonomia nell’autogestione.
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Formarsi, sia in modo autonomo che rivolgendosi a gruppi affini o ad esperti, nel campo della lavorazione della frutta, piante aromatiche ed elaborazione di medicinali di base.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Il progetto si colloca nel contesto fondamentalmente agricolo di San Francisco Echeverría: come riportato nell’indagine sociologica Construyendo el futuro en San Francisco Echeverría, elaborata nel 2016 dal sociologo Rodil Iraheta (abitante di SFE), il 94 % della popolazione della comunità lavora all’interno della stessa, e il 46% di chi lavora è agricoltore.
Nel 2018, grazie ad una iniziativa personale di alcune abitanti di SFE, nasce il gruppo di donne di autoproducción natural (GAN), con un totale di 9 donne. L’età è variabile tra i 20 ed i 60 anni.
Un antecedente era stata la formazione di un gruppo informale di donne, che, durante gli anni del conflitto armato aveva imparato a curarsi con piante locali, utilizzando anche impacchi in alternativa ai medicinali, carenti negli ospedali di fortuna allora esistenti.
Seguendo l’esperienza consolidata di SFE di lavorare a livello comunitario, il gruppo GAN si è costituito successivamente in comitato, definendo al proprio interno una coordinatrice, María Isabel Reynado, una segretaria, Jerónima Reyna Valle, una tesoriera, Francisca Catalina Alvarado, un’incaricata della produzione, Maria López, un’incaricata delle vendite, Maria Rosa Beltrán. Il gruppo si riunisce normalmente ogni quindici giorni, anche più spesso, quando è necessario. La sede utilizzata è il locale del dispensario medico esistente presso la Casa de salud della comunità, realizzata grazie ad un progetto OPM finanziato dalla Tavola Valdese alcuni anni fa. Il gruppo produce vino di karkadè, guaìyaba, ananas, papaya, mango, ed altra frutta disponibile nelle diverse stagioni; si producono marmellate di mango, guayaba, ananas e papaya e farina rinforzata per bevande rinfrescanti .
Inoltre, si confezionano sciroppi per il raffreddore, pomate per curare ferite o bruciature, contusioni e dolori reumatici, pomate repellenti antizanzare. Alcune di queste pomate sono risultate utili anche nelle cure contro il Covid. Si stanno producendo saponi a base di glicerina, saponi d’argilla, per l’igiene intima e per il lavaggio di capi; si è iniziata la produzione di shampoo, a base di salvia.
Per contrastare il covid, si sono vendute nella comunità mascherine e si è cercato di mantenere sempre informata la popolazione sulle misure di prevenzione da adottare.
Il gruppo ha organizzato una decina di incontri di formazione sui vari temi, ad uno dei quali, incentrato sulle piante aromatiche, hanno partecipato alcuni esponenti di Lisangà, per uno scambio di informazioni e conoscenze.
In questi anni si sono venduti i prodotti sia all’interno della comunità che partecipando a mercati, organizzati mensilmente nelle città limitrofe; a livello di El Salvador nel suo complesso, si sono venduti prodotti a richiesta, da parte di familiari e conoscenti.
A partire da questa realtà, nasce la necessità in primo luogo di continuare a formarsi, per esempio scambiando esperienze con il gruppo di donne di Morazán (altra provincia di El Salvador, distinta da quella di Cabañas dove si situa SFE) che ha elaborato shampoo a base di camomilla, l’alcool gel e pomate per la cura del corpo.
Così come potrebbe essere importante imparare a produrre sciroppi e oli essenziali contro l’acidità di stomaco, o antiparassitari per i bambini: a tale scopo si richiede il finanziamento di corsi di formazione in quest’area.
Inoltre, si vorrebbe iniziare a disidratare frutta e verdura, per facilitarne la conservazione e ridurne gli sprechi: è dunque indispensabile l’acquisto di una macchina disidratatrice professionale, a disposizione del gruppo.
Il gruppo vorrebbe poter coltivare banane usando metodi biologici, per poter disporre di prodotti di qualità e non dipendere dal mercato tradizionale, a partire dall’acquisto di ceppi di banane autoctone.
Per il momento ciascuna componente del gruppo coltiva le piante aromatiche sui propri terreni privati. Si vorrebbe invece poter disporre di un vivaio collettivo, per cui sarebbe necessaria la costruzione della struttura con tubi in PVC.
All’interno di questo progetto si inserisce l’acquisto delle materie prime necessarie per la produzione di prodotti alimentari confezionati o medicinali di base, nonché semplici mobili per arredare il dispensario; si prevede anche l’acquisto di un computer e di una stampante, per lavorare in modo autonomo nel campo dell’informazione e ricerca di dati, progettando le proprie etichette e creando un mercato più ampio di quello attuale.
Il progetto prevede inoltre l’utilizzo di fertilizzanti biologici (vedere il progetto “Fertilizzare la terra per concimare la vita” - Edizione 2021)
Grazie a “Saperi e sapori”, si potrebbe migliorare la qualità produttiva, ampliare il gruppo, coinvolgendo altre donne della stessa comunità e arrecando vantaggi a tutti i beneficiari indiretti della produzione del gruppo.
Infine, un viaggio di monitoraggio di Lisangà consentirebbe di rafforzare il legame esistente tra l’associazione ed il gruppo GAN.