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La cronaca di un'élite e della sua morte annunciata: il colpo di stato nelle elezioni guatemalteche

Di: Ana Lucia Ixchíu Hernandez


La regione centroamericana è in crisi, espropriata e impoverita da anni, decenni, se non secoli, e va da sé che la violenza e la militarizzazione sono state la norma nel centro del continente, che lotta tra invisibilità e apatia globale.


Tra i dettagli importanti per leggere e analizzare il contesto del Paese in cui si stanno svolgendo queste elezioni, il Guatemala, secondo la Banca Mondiale, occupa il primo posto per povertà estrema in America Latina, e secondo l'Osservatorio della salute riproduttiva fino all'aprile di quest'anno, sono state registrate più di 809 gravidanze in ragazze tra i 10 e i 14 anni, in un Paese che occupa il più alto livello di disuguaglianza al mondo.


Il 25 giugno di quest'anno si sono tenute le elezioni generali in Guatemala, un processo iniziato con la controversia di non permettere la registrazione di diversi candidati, come la candidatura di Thelma Cabrera e Jordán Rodas per il Movimento di Liberazione del Popolo (MLP), denunciata da vari settori come fraudolenta e dittatoriale, senza alcun fondamento

In questo modo è stato violato il diritto costituzionale di eleggere ed essere eletti.


La campagna elettorale iniziata il 23 marzo 2023 è stata caratterizzata dalle stesse pratiche della cosiddetta politica tradizionale, guidata da narco-candidati che hanno promosso e incitato l'apologia di reato in atti e comizi, comprando e vendendo testamenti. Queste pratiche, così comuni nel continente, sono ciò che la popolazione è stata portata a credere che la politica sia.


Con campagne milionarie e sondaggi ufficiali dei media che davano in testa il partito Unità Nazionale della Speranza (UNE) e la coalizione Valor-Unionista, le prospettive per molti settori erano scoraggianti e non prevedevano alcun cambiamento: secondo gli analisti politici, il regime dittatoriale e i settori di impunità sarebbero rimasti intatti con questo risultato.


Domenica 25 giugno 2023, le elezioni si sono svolte nel bel mezzo di quello che potrebbe essere definito uno scenario normale per una delle regioni più violente del mondo, con alcuni episodi isolati di violenza e "molestie agli elettori". Così è come il Paese chiama la compravendita di testamenti dato che il Guatemala è un Paese impoverito, e per la popolazione è diventata una forma di sopravvivenza ricevere elemosine dai politici al potere.

La chiusura dei seggi è iniziata alle 18.00 e i primi risultati sono stati sorprendenti per la popolazione, poiché il binomio presidenziale del movimento progressista Semilla di Bernardo Arévalo e Karin Herrera era al primo posto: uno scenario diverso da quello che si aspettava. Nelle prime ore, la popolazione non si aspettava che il risultato finale riflettesse questi dati come ufficiali, e ci si aspettava che i risultati sarebbero cambiati con il passare delle ore.


La sorpresa è stata che in più dell'80% dei seggi elettorali scrutinati il risultato è stato mantenuto e il Movimiento Semilla ha ottenuto il secondo posto al secondo turno contro il partito UNE. Diversi think tank hanno descritto questo risultato come storico perché nessun partito nell'era democratica, che in Guatemala è molto giovane e non ha più di 26 anni, aveva mai visto un risultato del genere.


Essendo la terza forza del Congresso della Repubblica, i numeri hanno parlato da soli, e nelle prime ore del mattino il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) in sessione plenaria e in una conferenza stampa ha annunciato i risultati preliminari ufficiali, sia per i candidati sindaci, sia per i deputati, sia per il Parlamento centroamericano, sia per i candidati al secondo turno per la presidenza.


Il partito Semilla ha tenuto una conferenza stampa in cui ha annunciato che, in base ai risultati, si sarebbe andati al secondo turno. Diversi partiti lo hanno accettato e si sono congratulati con i risultati, i candidati che non sono arrivati al secondo turno hanno riconosciuto i risultati, mentre alcuni partiti, soprattutto quelli più reazionari, sono rimasti in silenzio.


La Plaza de la Constitución di Città del Guatemala si è riempita ancora una volta di speranza, mentre centinaia di giovani gridavano per accogliere i rappresentanti del Movimento Semilla che affermavano che avrebbero vinto al secondo turno, e che questo avrebbe aperto un futuro per il ritorno delle persone esiliate e criminalizzate che si trovano fuori dal Paese a causa delle persecuzioni dell'attuale regime.


Il problema all'interno del processo è iniziato con i risultati della candidatura a sindaco di Città del Guatemala, che ha registrato voti mancanti, varie anomalie, e dati che non quadravano in alcune schede di voto. Il Movimiento Semilla, il Partido Creo e altri hanno presentato diversi ricorsi al Tribunale Elettorale Supremo, che secondo la legge guatemalteca è l'organo incaricato di organizzare e supervisionare i risultati del processo elettorale.


La sorpresa è stata che il partito Visión con Valores ha presentato alla Corte Costituzionale (CC) un ricorso per il riconteggio dei voti, cosa che è incostituzionale poiché secondo i giuristi costituzionali questa entità non ha il potere di ricontare il processo elettorale. La CC ha immediatamente concesso l'amparo e, in modo illegale e arbitrario, il processo è stato invertito negli ultimi tre giorni in un modo che ha sorpreso la popolazione.


Le manifestazioni degli ultimi tre giorni, davanti al CC, al TSE e ora al Parque de la Industria, dove si stanno svolgendo le votazioni, rappresentano lo scenario attuale in cui la quasi inesistente democrazia guatemalteca sta agonizzando nel mezzo di un patto di impunità dell'attuale regime che si rifiuta di lasciare il potere e accettare i risultati.

Delusione e dolore per tutti i giovani che hanno guidato il voto verso il cambiamento sui social media, verso la ricerca di cambiamenti reali per la popolazione.


Ciononostante, è iniziata la lotta nelle strade e si sono mobilitati settori e organizzazioni indigene che finora sono sempre rimasti imparziali di fronte ai risultati elettorali e di partito.

Nell'incertezza e nell'illegalità di un regime moribondo e di un'élite molto logora in cui la popolazione non ha fiducia, l’attuale élite si rifiuta di perdere i suoi privilegi.


Traduzione di Anna Scovenna

Luglio 2023


apparso in spagnolo qui


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